... fino ad oggi (XVII secolo - ...)
Dopo questi avvenimenti, Randazzo andò in declino, sia a causa di disastri naturali, come la colata lavica del 1536 che distrusse parte della città al di fuori delle mura, sia per la peste "la morte nera" (1575-80), che si diffuse ed imperversò per cinque anni nel quartiere di Santa Maria, sia per le tasse pesanti e le razzie che ridussero la città in miseria, tanto che nel 1647, come in tutto il resto della Sicilia, scoppiarono delle vere e proprie rivolte le quali però, ancora una volta, furono represse nel sangue.
A Randazzo la rivolta ebbe luogo dal 16 luglio al 9 agosto. Il popolo, stanco di tante vessazioni, bruciò gli archivi dov’erano depositati i ruoli delle tasse (e non solo quelli), dando persino fuoco alla casa del sindaco il quale si salvò grazie ad uno stratagemma escogitato dai buoni frati Cappuccini.
I Giurati invocarono prontamente aiuto contro i rivoltosi, ed i maggiori esponenti, Ciccio di Pino e Mastro Cesare, condannati alla forca, vennero giustiziati nei loro quartieri di residenza: il primo nella piazza di Santa Maria ed il secondo in quella di San Martino.
Tutto il restante periodo del governo spagnolo, ed il successivo borbonico, si esaurirono per Randazzo nella continua ed incessante richiesta alla città di ulteriori sacrifici economici senza nulla in cambio.
Non ultimo disastro furono i bombardamenti anglo–americani del luglio–agosto 1943, che danneggiarono ed in gran parte distrussero all’incirca oltre l’80% delle abitazioni e quasi tutte le opere d'arti: mura di cinta, palazzi, chiese, archivi e musei ...
Fu così che scomparvero molti ricordi della sua gloriosa storia e vennero ulteriormente immiserite le condizioni economiche della città.
Un altro grave danno, come si accennava già all’inizio, Randazzo lo ebbe dalla terribile colata lavica del 17 – 19 marzo 1981 quando, preceduto da violente scosse di terremoto, l’Etna, il più grande vulcano attivo d’Europa, risvegliatosi improvvisamente, cominciò ad emettere un’enorme quantità di fuoco magmatico che stava per travolgere la città, dopo averne distrutto la parte più fertile del territorio.
Grazie a Dio, però, proprio quando si temeva il peggio, il pericolo cessò.
I Randazzesi si ricordarono, allora, di un’antica leggenda la quale narra che nei tempi antichi, proprio quando un’altra eruzione minacciava la città, la Madonna era apparsa ad un eremita, che viveva in una grotta proprio qui, sul versante settentrionale del vulcano, assicurando che mai Randazzo sarebbe stata distrutta dalla lava.
Promessa che, nel marzo del 1981, venne mantenuta ancora una volta.