Il periodo Aragonese (XIV - XV secolo)
Alla morte di Pietro d’Aragona, avvenuta nel 1285, la successione al regno di Sicilia spettò al secondogenito Giacomo, per avere il padre decretato la separazione tra l’Isola ed il regno d’Aragona che, invece, andò al primogenito Alfonso. Anche Giacomo, generoso e riconoscente nei confronti della città che ebbe ad ospitarlo nel 1286, con pubblico diploma definì Randazzo “terra prelibata”.
E certamente il significato non può avere solo riferimento all’ospitalità ricevuta, bensì a quanto i randazzesi avevano saputo offrire alla casa d’Aragona dalla Guerra del Vespro in poi.
Quando, in seguito, nel 1291 in Aragona morì Alfonso, a succedergli fu il fratello Giacomo che, contravvenendo alla volontà paterna, detenne anche la corona del regno di Sicilia, lasciando all’altro suo fratello Federico, terzogenito di Pietro e Costanza, la mera reggenza dell’Isola, avendo in animo di cederla agli Angioini pur di non avere molestie da parte loro nel regno d’Aragona. Ma ai siciliani, che già ben conoscevano le angherie francesi, questi giochi di potere e accordi sottobanco non piacevano.
Determinarono perciò, in un Parlamento Generale convocato a Catania, che sovrano di Sicilia sarebbe stato Federico il quale, di conseguenza, in quella stessa seduta veniva proclamato “Re di Sicilia”.
Incoronato a Palermo il 25 marzo 1296, il giovane sovrano, accettando di diventare il primo re nazionale siciliano, col nome di Federico II d’Aragona, s’impegnò a combattere ad oltranza tutti i nemici dell’Isola. E subito dopo, nel suo viaggio verso Messina lungo la trazzera regia, egli ricevette proprio qui a Randazzo il giuramento di fedeltà dei Magistrati locali, confermando ancora una volta alla nostra Città il titolo di “demaniale”, sottraendola, di fatto, ai feudatari e rendendola direttamente dipendente dal sovrano, proprio per premiare la lealtà della nostra Città alla corona reale.
Federico fece restaurare il Palazzo Reale e con decreto del 1° febbraio 1303 decise di stabilire la sua corte a Randazzo per quattro mesi all’anno.
Fu questo un periodo di magnificenza e di ricchezza. Periodo in cui, per poter accogliere i tanti ospiti che facevano ala alla corte reale, si dovettero necessariamente costruire nuove case e sontuosi palazzi: il centro storico si riempì completamente e la città divenne una tra le più popolose dell’Isola dopo Palermo e Messina.
Nel corso del sec. XIV, nonostante atti di ribellione e rivolte da parte di potenti famiglie feudatarie siciliane, Randazzo mantenne un ruolo fondamentale nella storia dell’isola.
Il Parlamento Siciliano fu convocato e si adunò per ben quattro volte nella chiesa di San Nicolò.
Morto Federico II d’Aragona, i suoi successori continuarono la tradizionale venuta di ogni estate a Randazzo: qui venne, infatti, Pietro II con la regina Elisabetta e vi crebbe il re Ludovico sotto la tutela dello zio duca Guglielmo.
Anche sotto il regno di Ludovico la regia corte mantenne le sue più vive attenzioni per Randazzo. Alla di lui morte, avvenuta nel 1355, gli succedette Federico III sino al 1377, anno in cui pure questi transitò ad altra vita lasciando il regno alla propria figlia Maria che, dopo il matrimonio celebrato nel 1391, associò al trono il giovane marito Martino d’Aragona, il quale assunse il nome di Martino I di Sicilia.
Morta Maria nel 1402, Martino I detto“il Giovane” contrasse nuove nozze con la giovanissima principessa Bianca, figlia del re di Navarra. Ora, dovendo egli partire in guerra per la Sardegna, nominò la propria sposa “vicaria” del regno di Sicilia. Il suo viaggio, però, fu senza ritorno poiché in Sardegna vi morì.